Mitigazione degli effetti del cambiamento climatico sulla flora lombarda e del Piemonte nord orientale attraverso progetti pilota di reintroduzione

Negli ultimi 20 anni si é assistito ad un’accelerazione degli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui la perdita di numerose popolazioni di piante spontanee rare e di interesse floristico. Particolarmente a rischio sono gli ambienti umidi di pianura e quelli di alta montagna, come dimostrato da un recente studio dell’Università di Pavia.
Per arrestare la perdita di biodiversità e i danni dovuti ai cambiamenti climatici, la strategia prioritaria internazionalmente riconosciuta consiste in azioni integrate di conservazione in situ (ovvero nel loro ambiente naturale di vita) e ex situ (cioè al di fuori dell’habitat naturale).

Fontanile
Ogni Parco aderente al progetto, con la consulenza scientifica del Centro Flora Autoctona, ha selezionato una serie di specie minacciate dal riscaldamento climatico.
L'Università degli Studi di Pavia ha effettuato le raccolte in campo di queste specie.
Parte di questi semi è stata destinata alla conservazione ex situ, cioè sono stati messi al sicuro nella banca dei semi o del germoplasma. In tale struttura, i semi raccolti in natura, vengono puliti, essiccati e poi congelati, in modo da poterli mantenere vitali per centinia di anni.
Il resto dei semi è stato impiegato per la conservazione in situ. Cioè una volta fatti germinare i semi, sono stati coltivati fino ad ottenere piante adulte che verranno destine a interventi di reintroduzione o rafforzamento e per la realizzazioe di display gardens.